sabato, dicembre 23, 2006

CON LA GUIDA DELLA STELLA


Nella “epifania” del Signore, troviamo una suggestiva immagine della Chiesa come pellegrinante popolo di Dio incontro a Cristo, sulle orme dei Magi, come se tutta la comunità cristiana, nel suo cammino di 2000 anni, non fosse che una “lunga processione” che solca la storia, secondo l’espressione del papa Benedetto XVI nella Giornata mondiale della gioventù, svoltasi l'anno scorso a Colonia in Germania.

C’è una stella che guida questi sapienti che dall’oriente, in un lungo viaggio, trovano il luogo tanto cercato a Betlemme, dove si trova il Re dei re. Insieme a Gesù, il Salvatore del mondo, trovano anche Maria e trovano pure Giuseppe: la presenza di Dio stesso fattosi Bambino, non in un palazzo reale, ma in mezzo alla povera gente, in mezzo innanzitutto a quei due Sposi che l’hanno accolto senza riserve nella loro vita. La nascita di Cristo ha portato la “rivoluzione” nel mondo, spiazzando l’idea dei Magi e di ogni uomo, di ieri, di oggi e di domani, su quello che è lo “stile di Dio” venendo sulla terra, che sceglie non la forza dell’onnipotenza ma l’umiltà della donazione di se stesso. E’ una rivoluzione che avviene innanzitutto nella Madre di Dio e nel padre terreno di Gesù. Soffermandoci sul compito a cui è stato chiamato san Giuseppe, ci avvediamo che per la sua cooperazione al mistero dell’incarnazione, è stata sconvolta da quel momento in poi tutta la sua esistenza. Il viaggio di Giuseppe da Nazaret a Betlemme è la prima icona di questo cammino incontro a Cristo a cui sono chiamati tutti i credenti. Non ci sono più per Giuseppe altri pensieri e progetti se non quello di vivere per Cristo, con Cristo e in Cristo. Ciò che il nostro santo ha vissuto alla lettera diventa l’ideale per tutta la Chiesa.

Attraverso di lui, come attraverso tutta la schiera dei santi, ha sottolineato il Papa nella veglia con i giovani, “il Signore lungo la storia ha aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine”. La pagina di Vangelo aperta da Dio con san Giuseppe è proprio quella che spalanca l’accoglienza al Salvatore e che ribalta la vita: non più cercare se stessi o inseguire i propri desideri, ma cercare sempre il Signore, trovarlo e adorarlo “con grandissima gioia”, offrirgli come i Magi i nostri doni più preziosi, o meglio come Maria e Giuseppe, donargli noi stessi e vivere solo per servirlo e portarlo ai fratelli. Così si diventa luce per gli altri, segni della luce di Cristo nel mondo. In effetti la stella luminosa che guida nella notte e porta con certezza a Gesù, è rappresentata in modo splendido dai nostri due personaggi: da Maria, indicata come la “stella della nuova evangelizzazione”, a cui guardare per non perdersi nei pericoli della vita; e poi da Giuseppe, astro lucente che conduce chiaramente a Gesù e a Maria, invocato come Custode paterno del Redentore e Patrono della Chiesa universale.

Se il mondo va male e molti sono a rischio della sopravvivenza, se non diminuisce la preoccupazione per le guerre e la violenza, per il terrorismo e l’intolleranza, è ancora più necessario levare lo sguardo verso l’alto e lasciarsi guidare dalla stella. Portare il divino nell’umanità, il Cielo sulla terra, è il sogno da realizzare, la “rivoluzione” da fare. Una rivoluzione che parte da se stessi con la conversione e trasforma la società. D’altra parte i santi sono “i veri riformatori”, dice Benedetto XVI: “solo dai santi, solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo”. E’ importante in questo tragitto farsi accompagnare in particolare da san Giuseppe e dalla luce della sua stella: permettere al Signore di nascere e rinascere nella nostra vita, crescere interiormente nel suo amore, difendere la fede nell’ambiente in cui si vive, costruire un mondo più giusto e fraterno, diventa d’ora in poi sul suo esempio il compito rivoluzionario di ogni cristiano.



Angelo Catapano