domenica, ottobre 15, 2006

IL ROSARIO CON SAN GIUSEPPE


Ottobre: mese del rosario. Preghiera splendida, contemplativa con Dio e unitiva con i fratelli. Pregare insieme il rosario in casa unisce la famiglia, pregarlo in chiesa unisce la comunità. Ci fa stare in compagnia col Signore, la Madonna, san Giuseppe, i santi. In comunione con la Vergine del rosario di Pompei, di cui riportiamo il dipinto nelle pagine centrali, approfittiamo di questo periodo per riprendere con maggiore impegno la sua recita quotidiana.
Il rosario con Maria e Giuseppe. Non dividiamo i due sposi nella nostra preghiera. Ricordiamoci, dopo la Salve Regina, di rivolgerci allo Sposo con la preghiera di Leone XIII “A te o beato Giuseppe”, che quel Papa ha esortato a recitare in particolare nel mese di ottobre. E’ poi da invocare Maria nelle litanie anche col titolo “Sposa di Giuseppe”. Prima dell’enunciazione dei misteri, si può aggiungere l’invocazione: “Lodato sempre sia – il santo nome di Gesù, di Giuseppe e di Maria”. Nella contemplazione dei misteri stessi, specie nei gaudiosi, si può ricordare san Giuseppe: nel primo l’annunciazione a Maria e a Giuseppe; nel secondo la visita ad Elisabetta e lo sposalizio con san Giuseppe; nel terzo la nascita di Gesù accolto da Maria e da Giuseppe; nel quarto la presentazione al tempio da parte di Giuseppe e di Maria; nel quinto Maria e Giuseppe che ritrovano Gesù. Nel quinto mistero glorioso si contempla la gloria di Maria, di san Giuseppe e di tutti i santi.
Il rosario con san Giuseppe. Specie il mercoledì e nei giorni anteriori al 19 marzo o al primo maggio, si potrebbe recitare il rosario col nostro santo. L’Ave Maria potrebbe essere sostituita dall’Ave Ioseph. Una versione che la ricalca fedelmente e con ritmo analogo è la seguente: Ave Giuseppe, pieno di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetto fra gli uomini, e benedetto è il frutto della tua Sposa, Gesù. O san Giuseppe, padre del Figlio di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen. L’enunciazione dei misteri potrebbe essere fatta a questo modo. I gaudiosi: nel primo l’annunciazione a san Giuseppe; nel secondo lo sposalizio di san Giuseppe con la Vergine Maria; nel terzo la nascita di Gesù accolto da Maria e Giuseppe; nel quarto la circoncisione e la presentazione di Gesù da parte di Giuseppe e Maria; nel quinto il ritrovamento di Gesù da parte di Maria e Giuseppe. I misteri dolorosi: 1° il dubbio di Giuseppe; 2° la strage egli innocenti; 3° l’esilio in Egitto; 4° lo smarrimento di Gesù; 5° la morte di Giuseppe. I misteri gloriosi: 1° Giuseppe padre terreno di Gesù; 2° Casto Sposo di Maria; 3° Capo della Santa Famiglia; 4° Protettore della buona morte; 5° Patrono di tutta la Chiesa. Alla fine si conclude con le litanie di san Giuseppe.
L’omaggio del rosario. Come una corona di rose, il devoto omaggio del rosario viene così posto sul capo dei due santi Sposi. L’indissolubile comunanza voluta da Dio nella scelta di Maria e di Giuseppe nel cooperare al mistero dell’Incarnazione dà ragione ad unire in tale preghiera l’ossequio sia all’una che all’altro. D’altronde il rosario è preghiera rivolta al Signore nella meditazione della storia della salvezza, innestata genuinamente nel Vangelo. In essa, come ha affermato quest’anno il papa Benedetto XVI, san Giuseppe “riveste un’importanza fondamentale”. Non appaia dunque strano o fuorviante abbinare Maria e Giuseppe nella recita del rosario, o accomodare all’uno quanto si dice dell’altra. Del resto non è una novità: già cent’anni fa il nostro fondatore don Giuseppe Ambrosio, nel volumetto “Ite ad Ioseph”, proponeva una tale pratica di pietà, con tanto di indulgenza concessa dal Vescovo diocesano dell’epoca.

Angelo Catapano