IL SANTUARIO DEI GIUSEPPINI
L'Osservatore Romano, organo della Santa Sede, in occasione della festa di san Giuseppe, ha pubblicato un articolo dal titolo “San Giuseppe Vesuviano: il santuario dei Giuseppini del Murialdo”. In effetti la congregazione ha accolto quest’opera, avviata da mons. Giuseppe Ambrosio, già nel 1928 come un “dono tra i più graziosi e preziosi”, secondo la dichiarazione di p. Girolamo Apolloni (superiore generale del tempo) che tra l’altro definisce “splendido” il Tempio in costruzione. Se nel corso degli anni sono sorte altre chiese dedicate al nostro santo in diverse località e se si è espresso il desiderio da parte del Capitolo generale di promuovere santuari giuseppini in ogni nazione in cui si è presenti, è pur vero che il primo in ordine cronologico e il santuario “per eccellenza” rimane il nostro di S. Giuseppe Vesuviano. Ha ragione allora il giornale vaticano a mettere quel titolo e abbiamo ragione noi qui a fare altrettanto.Guardando al futuro e al nuovo anno che comincia, è forte il proposito di un rilancio del nostro santuario, che ha bisogno di nuovi spazi, di specifica programmazione, di rinnovata considerazione, di restauro e di completamento, ma che anche ha buone carte in regola per andare avanti e svolgere un suo ruolo che va al di là della pastorale parrocchiale e giovanile e supera l’ambito locale. E’ un compito inscritto nel suo sorgere, forse più chiaro nel passato che adesso, e che non si deve perdere. La nostra “VOCE di san Giuseppe” sta appunto a ricordarlo. Ci si può domandare se oggi, in una società ampiamente secolarizzata, è ancora il tempo di andar dietro a santuari e devozioni di una volta. Eppure il pellegrinaggio può essere proposto come momento forte di riscoperta dello spirito, tanto più per la maggiore mobilità e facilità di viaggiare da un lato, e per l’accresciuta necessità di ritrovare gli spazi e i luoghi della fede dall’altro. Che poi la devozione al nostro santo sia ridotta a una “devozioncella superata” è piuttosto un discorso tutto da vedere. Inseriamo la figura di san Giuseppe nel mistero di Cristo e della Chiesa, nei problemi di oggi e dell’attuale globalizzazione, della famiglia e del lavoro, e ne ridiscutiamo.
Auguri allora a tutti, ai laici e ai consacrati, alle singole famiglie e alla congregazione dei Giuseppini, nei Paesi vicini e lontani, per un cammino di fede e di pace, benedetto dal Signore che ci ama e dal nostro santo che ci accompagna sempre.
Angelo Catapano
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