martedì, dicembre 18, 2007

SPOSA DI GIUSEPPE


Quando siamo “stretti dalla tribolazione” e non ci mancano sofferenze e preoccupazioni, abbiamo motivi in più per implorare pace e salvezza, per ricorrere al soccorso celeste, a Maria che Cristo ci ha dato per Madre e al suo Sposo Giuseppe.
Consideriamo la verità del matrimonio tra Maria e Giuseppe: vincolo d’amore evidentemente unico al mondo eppure quanto mai esemplare per tutti. Come è vero che gli sposi cristiani hanno tanto da imparare da quei due santi Sposi! L’amore forte e indissolubile l’uno per l’altra, il rispetto del progetto di Dio sulla coppia, l’aiuto vicendevole nella gioia e nel dolore, la sottomissione alla legge e ai comandamenti, la semplicità della vita quotidiana, la dedizione al proprio figlio (che è sempre dono del Cielo), la fedeltà a tutta prova, la laboriosità silenziosa e paziente. Se oggi assistiamo spesso alla crisi della famiglia, alle facili separazioni e ai divorzi, al disimpegno crescente nei riguardi del matrimonio, se anche l’incontro con altre razze, culture e religioni, minano la visione cristiana della vita e del legame coniugale, è ancor più necessario rifarsi al Vangelo e a quella splendida coppia di Giuseppe e Maria che ci viene presentata. Sarebbe dunque significativo se il riferimento ai Santi Sposi non mancasse nelle celebrazioni dei matrimoni e degli anniversari, come pure nelle catechesi per i fidanzati.
Consideriamo l’importanza per noi di questo Sposalizio: ci vuol poco a capire che il primo che ha incontrato e amato Maria è proprio Giuseppe. Il modello perfetto di chi si è totalmente dedicato e consacrato a Lei è il suo Sposo. Chi desidera crescere nel rapporto con la Madre celeste può imparare da san Giuseppe più che da chiunque altro. Chi più di lui, per l’intera sua esistenza, le ha detto – con le parole e con i fatti – “sono tutto tuo”? “Totus tuus”, le ha dichiarato il papa Giovanni Paolo II già all’inizio del suo pontificato e ha rinnovato la sua consacrazione coinvolgendo i fedeli nell’Anno del Rosario. Preghiera bella e contemplativa, ripetitiva ma non stancante. Nel ridire 10, 50, 200 volte “Ave Maria”, non ci si stanca di esprimere alla Madre l’affetto filiale e l’invocazione fiduciosa, meditando il ciclo dei misteri di Cristo, nella gioia e nel dolore, nella luce e nella gloria. E’ una questione di amore, e allora l’incontro con chi si ama nel Rosario è desiderato e ricercato. E’ pure una questione di realismo, e allora si capisce che nel Rosario ci sono tante necessità da presentare, per noi, per i nostri cari, per la Chiesa e per il mondo intero. Viene allora a proposito l’invito di san Leonardo Murialdo ad essere “arcidevotissimi di Maria”.
Consideriamo come gli Sposi non vanno divisi. Afferma il Signore stesso “non osi separare l’uomo ciò che Dio ha congiunto”! Questa indissolubilità vale anche per Maria e Giuseppe. Riflettiamo come sia sbagliato dimenticare lo Sposo e disgiungere l’omaggio mariano da quello di colui che per volontà di Dio le è stato posto accanto come marito e protettore. Se è chiaro che chi si fa amico di san Giuseppe non può non esserlo innanzitutto della sua Sposa, purtroppo spesso si trascura che il vero devoto di Maria deve esserlo anche del suo Sposo. Qualcosa si potrebbe fare. E’ auspicabile ad esempio che nelle preghiere eucaristiche (come nel primo canone) aggiungiamo dopo quello di Maria il ricordo di “san Giuseppe suo sposo”, che nel Rosario teniamo presente san Giuseppe nel legame con i misteri gaudiosi e nella preghiera “a te o beato Giuseppe” dopo il Salve Regina, che nelle litanie invochiamo Maria anche – e doverosamente - come “Sposa di Giuseppe”.

Angelo Catapano

2 Comments:

At 4:55 PM, Blogger Unknown said...

hai anke il blog? Cercavo su internet la tua e-mail e mi sono imbattuto in un blog che smbra essere il tuo.. Hai cambiato e-mail? mi puo dare quella nuova ke o provato a mandarte un a acatapano@murialdo.it e nn me la fa inviare

 
At 4:59 PM, Blogger Unknown said...

cmq sono Sergio

 

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