sabato, luglio 04, 2009

SAN GIUSEPPE A BISCEGLIE


Conosciuta piuttosto come “Opera don Uva”, questa chiesa è un Tempio notevole che si vede da lontano e domina col suo campanile elevato il panorama della cittadina di Bisceglie (Bari) che si affaccia sul mare: forse non molti lo sanno, ma è un santuario dedicato a san Giuseppe. Il fondatore, don Pasquale Uva, l’ha “inaugurato” con la sua morte, avvenuta nel 1955. Affascinato dall’opera del Cottolengo, ha ricreato per i diseredati e per i malati mentali dell’Italia meridionale diverse cittadelle della carità, con ospedali psichiatrici, con il nome di “Casa della Divina Provvidenza”. Già dal 1931 proclama san Giuseppe Patrono della sua opera e pensa di edificargli un maestoso santuario nella città natale. C’è chi lo critica per il presunto spreco di risorse economiche occorrenti alla costruzione e sottratte alla cura dei malati da lui raccolti a migliaia. Ma si riconosce che proprio san Giuseppe si fa “provvidenza” per i ricoverati e per lo sviluppo dell’opera. Nel 1937 si pone la prima pietra; il discorso commemorativo viene tenuto dall’arcivescovo di Bari mons. Marcello Mimmi. Diventato in seguito cardinale a Napoli, nel 1955 presenzierà pure alla consacrazione dell’altare maggiore del santuario di S. Giuseppe Vesuviano. I lavori, sospesi durante la guerra, procedono alacremente dal 1948. Lo stile architettonico riprende le linee, severe e solenni, della tipica arte romanica pugliese. La facciata è movimentata dal portale, da due finestre bifore e dal rosone. Accanto a sinistra si erge la torre campanaria a 5 ordini che raggiunge i 55 metri d’altezza. L’interno (di metri 35 x 28,30) è a tre navate in forma di croce. Al centro, ben visibile si eleva l’altare con il baldacchino, come nella tradizione delle antiche basiliche. In fondo all’abside (profonda 14 mt) in una vetrata è raffigurato il Patrono san Giuseppe; a lui è dedicato anche un altare laterale con una pala in mosaico che lo pone in cima a una vetta verso cui si dirigono i santi della carità. Nel 1983 furono realizzate le porte di bronzo dei tre ingressi frontali della basilica, che opportunamente rammentano le sette opere di misericordia corporali e quelle spirituali. Risulta tra le più vaste chiese pugliesi.