giovedì, luglio 10, 2008

SAN GIUSEPPE AL TRIONFALE


L’incontro tra il beato Luigi Guanella, fondatore dei Servi della Carità, con il Papa Pio X porta alla posa della prima pietra nel 1909 del più grande Tempio di san Giuseppe a Roma, che viene edificato nel quartiere Trionfale, nei pressi del Vaticano. Sappiamo come il medesimo Pontefice – non dimentico del suo nome di battesimo (Giuseppe Sarto) - è particolarmente vicino anche al nostro santuario di S. Giuseppe Vesuviano e al suo fondatore, nei difficili anni del suo sorgere e nell’avvio dell’accoglienza agli orfani. Il periodo storico della sua edificazione infatti è più o meno lo stesso, o appena una decina d’anni dopo. Questa chiesa romana, la cui costruzione il Papa Pio X aveva sempre seguito con paterna e amorevole partecipazione – si racconta che sovente ne osservava i lavori dall’alto delle Mura Vaticane - nonché con il suo continuo soccorso finanziario, fu inaugurata nel 1912. L’architetto autore del progetto e direttore dei lavoratori era Aristide Leonori, assai noto per la sua competenza artistica e per i suoi sentimenti religiosi; chiamato più tardi per il campanile di Pompei, verrà anche a S. Giuseppe. Come primo parroco fu nominato don Aurelio Bacciarini, ora Servo di Dio. La “Pia Unione del Transito di S. Giuseppe” venne eretta canonicamente nel 1913 e l’anno seguente il Papa la approvò come “primaria”, cui avrebbero dovuto aggregarsi le altre Pie Unioni similari che fossero sorte nel mondo. Solo attraverso alcuni decenni, tra soste nelle opere di abbellimento e alterne imprese nei lavori di completamento e ampliamento, il Tempio è venuto assumendo l’aspetto attuale, che si presenta con un interno a tre navate particolarmente arioso e sontuoso, grazie alle offerte degli associati alla Pia Unione sviluppatisi in tutto il mondo.
Si segnalano le tappe principali: la decorazione del presbiterio e del soffitto eseguita da Conti negli anni ’20; il quadro della morte di san Giuseppe nell’abside dipinto dal Ballerini; la facciata, l’altare maggiore, le cappelle del Sacro Cuore e della Madonna della Provvidenza, e il prolungamento della chiesa tra gli anni ’30 e ’50; la composizione dei mosaici parietali e dell’arco trionfale, l’allestimento dell’organo (anni ‘60); la costruzione della crociera, gli altari a S. Pio X e al beato Guanella, le pitture di Consadori (anni ‘70). Paolo VI ha dato al santuario il titolo di diaconia cardinalizia e di basilica minore. Nel quartiere e a Roma la chiesa è punto di riferimento specialmente per la processione e la festa del Patrono; è tuttora diffusa la tradizione popolare delle frittelle e dei bigné di S. Giuseppe. La Pia Unione dei morenti ha compiuto il suo novantesimo di fondazione e conta decine di migliaia di iscritti. Il sostegno della congregazione dei Guanelliani non è venuto meno. La rivista mensile “La santa Crociata in onore di san Giuseppe”, con la sua notevole tiratura, diffonde ampiamente nel mondo la devozione al nostro santo. Qui si è svolto anche il VI Simposio di studi su san Giuseppe. Risulta questo dunque uno dei centri di “irradiazione giuseppina” più importanti, sia in Italia che a livello internazionale.