giovedì, dicembre 04, 2008

IO HO UN SOGNO


Chi rinuncia ai propri sogni è costretto a morire. Sto parlando di un sognare che non è ad occhi aperti e a braccia conserte. Sto pensando al sogno di un ideale per cui si lotta e ci si batte. “Io ho un sogno” (“I have a dream”) diceva Martin Luther King nella sua profetica azione di pace contro il razzismo. Giustamente c’è chi dice che “amare è sognare”; solo allora si può credere a un mondo diverso, a una possibilità che diventa realtà.
A ben vedere il sognatore per eccellenza è proprio il nostro san Giuseppe. Non è proprio per lui – puntualmente in sogno – che si realizzano cose incredibili? Non aveva altre cose da fare che pensare che proprio nella sua casa si sarebbero compiute le antiche promesse, in un modo che spiazza ogni immaginazione? Eppure nella sua notte, mentre dorme, il buio è rischiarato da una luce impensata. Dice bene il salmo126: “se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori, invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare la sera e vi guadagnate il pane con fatica, il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno”! Inattesa, arriva nei suoi sogni una voce chiara e inconfondibile: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere in sposa Maria”. Il nostro santo, disorientato per i suoi piani che vengono sconvolti e per l’evidenza di ciò che appare agli occhi umani, da questo momento non ha più paura e sa ciò che deve fare. Prima pensava addirittura a come attuare il ripudio richiesto dalla legge. Ora invece sa che prendere Maria come sposa e Gesù come figlio è la singolare volontà di Dio per la sua vita.
“Il bambino che lei aspetta è opera dello Spirito Santo” gli vien detto in sogno. Ed ecco che Giuseppe è disposto a credere all’incredibile. Sa bene che per Dio nulla è impossibile. Con gli occhi del cuore e con la grazia dello Spirito vede l’invisibile e accetta con amore quanto il Signore gli domanda. Giuseppe dunque si sveglia, fa come l’angelo gli ha ordinato e prende Maria in casa sua. Indubbiamente un momento da lui lungamente sognato e corteggiato. Al bimbo che nasce a Betlemme, come vero padre, secondo la voce ascoltata in sogno, impone il nome di Gesù. E’ quanto mai verosimile che Giuseppe, ormai con cognizione di causa, vagheggi e sogni la salvezza messianica portata dal Salvatore che egli stesso presenta al tempio a Gerusalemme. Dopo la visita dei Magi, ancora una volta in sogno, gli appare l’angelo che gli sussurra: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto. Erode sta cercando il bambino per ucciderlo. Tu devi rimanere là, fino a quando io ti avvertirò”. Giuseppe dunque si alza e nottetempo fugge in Egitto. Una fuga che mette tutto a rischio e che farebbe infrangere i sogni di chiunque, davanti alla cruda realtà. Viene a sapere della persecuzione di Erode e della strage degli innocenti a cui è scampato, persecuzione e strage che diventano simbolo di ogni altra tragedia del mondo, ma il nostro santo non perde coraggio e fiducia.
Con fede, da vero uomo giusto, fa la sua parte contro l’ingiustizia umana e spera nell’aiuto di Dio, finché nuovamente sente quella voce nei suoi sogni: “Alzati, prendi il bambino e sua madre e torna con loro nella terra d’Israele, perché ormai sono morti quelli che cercavano di far morire il bambino”. Che cosa c’è di più preoccupante della paura della morte e della perdita del figlio più prezioso e amato? Chi non spera più e non crede ai sogni, quantomeno non si sposterebbe e si chiuderebbe in se stesso. Per san Giuseppe no, c’è da combattere, da difendere e proteggere: che vita magnifica gli si prepara davanti e che avventura meravigliosa lo aspetta! Si rialza con decisione, prende ciò che ha di più caro (il figlio e la madre) e torna in Israele. “Informato da un sogno” - ovviamente – evita di andare in Giudea e si trasferisce a Nazaret in Galilea. Lì avrà tutto il tempo di mettersi a scuola di quel figlio che cresce per scoprire nuovi sogni e ben più ampi orizzonti. Guardando dal Cielo alla Chiesa e al mondo perturbato di oggi, san Giuseppe ben può dire “io ho un sogno”… e noi ben possiamo credergli ed aiutare ad attuarlo.


Angelo Catapano