sabato, settembre 06, 2008

SAN GIUSEPPE A NAZARET


Nella presentazione delle chiese e dei santuari dedicati a san Giuseppe, hanno indubbiamente un posto di rilievo i luoghi della Terra santa. Andare in quei posti in cui lui è vissuto, insieme a Maria e a Gesù, ricordare in quegli ambienti i fatti della sua esistenza e rivivere in qualche modo proprio lì i vangeli dell’infanzia, è certo il migliore pellegrinaggio che si possa fare. A Betlemme, nella basilica della Natività, accanto alla grotta della mangiatoia, si trova la cappella dedicata a san Giuseppe. Nell’Egitto cristiano sono diversi i luoghi che ambiscono l’onore di aver ospitato la Santa Famiglia nel suo esilio: Il Cairo, Eliopoli, Matarieh... Nei dintorni di Gerusalemme si ricorda il luogo dove sotto una quercia si sarebbe riposata la Santa Famiglia e anche quello dove Giuseppe e Maria si sarebbero accorti di aver smarrito Gesù. Nella Valle di Giosafat un sepolcro viene ritenuto da una tradizione non documentata quello di san Giuseppe. E’ comunque a Nazaret, in Galilea, che si concentrano i ricordi del nostro santo, sia sotto la basilica dell’Annunciazione che poco distante in quella che è appunto chiamata la chiesa di san Giuseppe. Passata dai giudeo-cristiani ai Gentili e all’occupazione musulmana, è stata prima costruita dai Crociati, poi abbattuta, infine è andata in mano ai Francescani che con l’intervento del p. Viaud all’inizio del secolo scorso hanno rimesso in luce le rovine sottostanti, che fanno supporre l’identificazione del luogo che già nel 670 Arculfo citò come la casa di san Giuseppe, il luogo della “nutrizione” ovvero “dove Gesù era stato nutrito”. Si tratta di scavi e occorre pensare che le case erano per lo più degli spazi ricavati nelle rocce. In questi sotterranei, a cui si può accedere come in una cripta attraverso la chiesa, ci sono diversi vani, un pozzo e una vasca, con resti paleo-cristiani, usati forse anticamente per il battesimo. Sulla facciata troviamo una nicchia che racchiude un bel gruppo statuario che raffigura la santa Famiglia. All’interno ci sono diverse opere interessanti, affreschi e quadri ad olio riguardanti san Giuseppe. Nelle vetrate lo vediamo rappresentato come Patrono della Chiesa, Specchio di pazienza e nella fuga in Egitto. Sotto la mensa troviamo scritto in latino: “hic erat subditus illis” (qui era loro sottomesso). Basta questa frase a rendere quanto mai sacro e significativo quel luogo dove, ci si può facilmente immaginare, sono vissuti Gesù, Giuseppe e Maria, e rimane indimenticabile. Ci fa piacere che da alcuni anni il nostro santuario di San Giuseppe Vesuviano custodisce come reliquia preziosa una piccola pietra della Casa di Nazaret, suggello visibile di uno spirituale gemellaggio nel nome del nostro santo che unisce la terra del Vesuvio con quella di Galilea.