mercoledì, agosto 20, 2008

IL SANTUARIO DI SORRENTO


Nella bella Sorrento, da sempre cantata da poeti e scrittori per le sue bellezze, per il suo caratteristico affacciarsi sul mare del golfo di Napoli e dell’isola di Capri, c’è una “perla” che ci interessa particolarmente per il fatto che ci accomuna per molteplici versi al nostro santo. La devozione a san Giuseppe ha avuto su quel territorio un notevole impulso grazie alla confraternita dei Giuseppini ivi istituita il 19 marzo 1873, nella stessa data della fondazione a Torino della congregazione dei Giuseppini del Murialdo. Più o meno nel medesimo periodo della statua di san Giuseppe nel nostro santuario, pure qui prende il suo posto una nuova statua di san Giuseppe, modellata anch’essa in legno dall’artista napoletano Pedace, curiosamente molto simile a quella che due secoli prima aveva preso il suo posto a S. Giuseppe Vesuviano. Nelle due raffigurazioni infatti si presenta il Bambino Gesù che ritto su di uno sgabello si rivolge verso il suo padre terreno e lo abbraccia affettuosamente. Pare che un modello simile più antico si trovasse precedentemente nel Duomo di Napoli. Quando nel 1896 si pone la prima pietra a S. Giuseppe Vesuviano, anche a Sorrento si decide di erigere un Tempio allo Sposo di Maria. E così nel 1905 lo vediamo già costruito ad unica navata nella sua parte grezza e anch’esso benedetto dal Papa Pio X. Nella zona collinare di Sant’Agnello, tra gli uliveti e gli aranceti, troviamo dunque il bel santuario di san Giuseppe. Nel 1920 si avvia il bollettino “Ite ad Joseph” che tuttora pubblica qualche numero all’anno. Nel 1933 si inaugura un grandioso organo da concerto. Nel 1937 si avvia la facciata, completata solo vent’anni dopo (ci è voluto altrettanto anche per quella monumentale di S. Giuseppe Vesuviano!), che si presenta con due torri campanarie e un portale con la lunetta dedicata al Patrono e sormontata dalle statue dei santi apostoli Pietro e Paolo. Le decorazioni dell’interno, iniziate con l’abside negli anni ’20, vengono completate con la serie di affreschi del pittore veronese A. Pegrassi solo negli anni ’50, con bei dipinti raffiguranti nel soffitto lo sposalizio, il Transito e la gloria di san Giuseppe, e poi ancora nell’abside il sogno di san Giuseppe, la nascita di Gesù, la fuga in Egitto e la Santa Famiglia. Nel 1970 l’altare maggiore e il Trono giungono all’attuale sistemazione. Nel 1991 infine si allestiscono le vetrate policrome. La confraternita, con quasi 400 membri, è tuttora fiorente e non manca la sentita partecipazione del popolo, specie in occasione della festa del Patrono e dei riti della Settimana santa.