mercoledì, agosto 13, 2008

NELLA TUA VIA LA NOSTRA VIA




Nel cammino di fede, che già nella terminologia indica quel percorso che in qualità di cristiani abbiamo da fare, ci si presenta davanti Gesù risorto, maestro e modello di vita che intendiamo seguire. Non siamo come gli altri che non credono e magari non sanno dove andare. Noi seguiamo Cristo, che dice espressamente: “Io sono la via”. Noi abbiamo il Vangelo e quello desideriamo vivere. Nei secoli che si sono succeduti, la spiritualità cristiana si è arricchita di proposte e di carismi; i santi e i fondatori hanno rilanciato al mondo le Parole del Signore, quelle che nelle varie epoche storiche era più necessario riascoltare.
Anche san Giuseppe presenta con la sua vita un carisma, quello che chiamiamo “lo spirito giuseppino”. A ben guardare, troviamo nella via che egli ha percorso un itinerario tracciato in qualche modo e misura anche per noi, che intendiamo accogliere il suo stile e il suo modello di santità. Per quanto costellata di alcuni avvenimenti eccezionali e perfino singolari, vediamo che a grandi linee la sua via può essere anche la nostra. Diciamo anzi che l’esempio di san Giuseppe, in qualità di Patrono di tutta la Chiesa, non è solo uno stile specifico, che come tale è esposto al rischio di essere ridotto ad appannaggio di qualche comunità (fosse pure una congregazione che si fregia di averlo come titolare), ma è una linea di santità propria del cristianesimo e dell’ecclesiologia. Non può mancare alla Chiesa, si afferma giustamente, la dimensione istituzionale né quella carismatica. Non le può mancare il profilo petrino né quello mariano. Non le deve mancare, aggiungiamo noi, nemmeno quello giuseppino. Non per niente troviamo la storia di Giuseppe intrecciata con quella di Gesù e Maria; non per niente il primo bozzetto di Chiesa si rispecchia in quella Famiglia di Nazaret, vista da molti come l’immagine terrena della Trinità celeste. Non c’è poi da credere che, essendo il nostro santo un uomo di poche parole, abbia poco da dire alla Chiesa e al mondo di oggi. Non esiste quindi solo la “Via Crucis” o la “Via Mariae”; c’è anche la “Via di Giuseppe”, da fare nostra. E allora ripercorriamo la sua avventura, imparando quelle che possono essere come le tappe essenziali della vita e del cammino di fede. Eccone un rapido schema.
L’Annunciazione: come san Giuseppe che cambia i suoi sogni e i suoi progetti per quelli di Dio, intraprendiamo “la via giusta”, facendo quello che il Signore vuole da noi e rispondendo alla vocazione a cui ci chiama. Lo sposalizio: come Giuseppe che sposa Maria e intesse con lei una nuova vita, prendiamo anche noi la Madonna per sempre nella nostra casa, e diamo senso alla nostra esistenza mettendo l’amore al primo posto, per Dio e per il prossimo. Il Natale: come Giuseppe fa spazio a Gesù nella sua vita, prendendolo come figlio e vivendo per Lui, accogliamo il Signore che viene, che si fa presente nella nostra storia personale e in quella del mondo intero. La presentazione: come Giuseppe porta Gesù al Tempio, dove viene riconosciuto “luce per tutte le genti e gloria del suo popolo”, presentiamo Cristo al mondo di oggi, la luce del suo Vangelo, la salvezza da Lui portata. La fuga in Egitto: come Giuseppe che, vero e proprio custode del Redentore, protegge e difende Gesù, portandolo in salvo in esilio, difendiamo il Signore e la fede in Lui davanti all’odierna indifferenza e alla persecuzione. La santa Famiglia: come Giuseppe in trent’anni con Gesù e Maria ha vissuto nella semplicità della convivenza familiare, impariamo a costruire relazioni fraterne verso quell’ideale di “ben unita famiglia” che ci viene rappresentato. La bottega di Nazaret: come Giuseppe lavora nella quotidianità e nella povertà, nel silenzio e nel nascondimento, siamo fedeli al nostro lavoro in umiltà e carità, portando avanti il compito affidatoci, contenti dell’essenziale. Lo smarrimento: come Giuseppe cerca Gesù instancabilmente finché lo ritrova, non ci scoraggiamo nelle difficoltà e nei momenti di abbandono, cerchiamo sempre quello che vale di più e riscopriamo la presenza del Signore. La morte: come Giuseppe lascia questa terra tra le braccia di Gesù e di Maria, ci prepariamo all’ultima ora, alla nostra morte, affidandoci interamente a Dio, invocando nella preghiera Gesù, Giuseppe e Maria.

Angelo Catapano