lunedì, ottobre 20, 2008

SAN GIUSEPPE A BURGOS


Un bassorilievo in una cappella del seminario di San Giuseppe in Spagna a Burgos mi ha sorpreso. La sua realizzazione è profondamente popolare, ci dà uno schema, una sintesi, sia di quanto si rappresenta davanti allo spettatore sia dell’intenzione particolare dell’autore. Lo schema di un’opera d’arte popolare come questa è così candida e felicemente tenera, da afferrare l’attenzione di chi guarda, perché si fa comprensibile con linee facilmente interpretabili. Il quadro, recentemente restaurato, emana gioia, attraverso molteplici colori senza gamme irritanti. Difficilmente si può allontanare la vista da un invito così cordiale.
I personaggi cesellati sono evidenti, Maria e il Bambino con occhi di nero tizzone dirigono il loro sguardo al nostro Giuseppe; loro sono pacificamente seduti, lui in ginocchio con il busto inclinato verso avanti guarda il Bambino. Maria con il suo petto avvolge e con le sue braccia stringe il Bambino posato sul suo grembo, che cerca con il braccio disteso quanto Giuseppe offre: giocattoli naturali, un uccellino e il suo nido, attirano l’attenzione del Bambino.
Giuseppe di fronte all’Incarnato (il roseo Bambino) ha la fisionomia di un giovane padre, offre in ginocchio, afferrando con una mano il bordo anteriore di uno sgabello, (inginocchiatoio o altare) in atteggiamento di alzarsi verso il Bambino. Si nota la tensione, l’attrazione mutua, i tre sguardi s’incrociano, bracci stesi, quello del bambino e Giuseppe che offre il regalo facendo il gesto di avvicinarsi e mettersi in piedi. Nel fondo del quadro c’è un’aureola scintillante in campo celeste dietro Maria vergine, che indica la sua maternità. Due alberi si elevano, il cipresso e il rovere, tutti e due si collocano agli estremi, uno punta verso l’alto, l’alto tronco e rami si piegano ad arco. Il cipresso punta verso Dio, dietro la Maternità e il Bambino Divino, il rovere dà ombra a Giuseppe, e porta tagli di potatura: l’umano si piega perché spunti il Divino.
Nell’arte, dal rinascimento, San Giuseppe appare in ombra vicino al Bambino e a Maria, centro della rivelazione. Benché l’ombra cada su Giuseppe, qui tutto indica lui; di fronte all’attrazione abituale della tenerezza di una madre col suo Bambino, il loro sguardo e quello spettatore cerca il terzo personaggio nella sua posizione insolita, nei suoi gesti e nella sua inclinazione. Tutta la scena traspira affetto, condiscendenza, gioco e colore, dono reciproco.
Osservando questo quadro devozionale mi è rimasta questa figura, è un’immagine che aiuta; il candore riflesso, l’offerta e lo sguardo ci pongono nella linea della confidenza. All’inizio delle attività ordinarie possiamo sentire l’ombra dell’abitudine, dell’insufficienza di non poter raggiungere quelle mete verso le quali, nonostante tutto, non desistiamo. Possiamo iniziare di nuovo, stabilendo un clima di attenzione verso l’altro, d’inclinazione e cortesia, un ambiente simile a quello di Nazaret ci può andare molto bene là dove si conservano i segreti della fede nella semplicità di una vita….
I compromessi possono giungere a infastidirci sotto il peso dei giorni e delle urgenze; non è poca cosa considerare la grazia e il gioco, fra una mano che offre un uccellino e un animo sorpreso e infantile; è l’allegoria di una “famiglia-nido”, e di un “bambino-uccellino” che sta già desiderando volare……


Luis Fernandez