domenica, luglio 19, 2009

SAN GIUSEPPE NEL SETTECENTO



All’inizio del Settecento San Giuseppe conta circa 2000 abitanti. Per le accresciute esigenze della popolazione, a sinistra della chiesetta del 1624, dove attualmente c’è il monumento ai caduti, viene costruito un “oratorio”, luogo di preghiera e di riunione della confraternita o Congrega dello Spirito Santo. Istituita nel 1712 dal parroco don Domenico Jovino, impegna gli iscritti in pratiche di pietà e di carità a favore dei vivi e dei defunti. La sua attività continua anche oltre il 1906, quando per l’eruzione del Vesuvio crolla il tetto e la cappella viene distrutta.
Dopo un secolo, la vecchia chiesa parrocchiale del Seicento risulta insufficiente. Il parroco successivo don Ludovico Boccia prende in mano la situazione e con il contributo dei fedeli edifica una nuova chiesa più ampia sul lato attuale di via Roma (nel sito della navata destra dell’odierno santuario). Essendo i due ambienti in posizione adiacente, ne escono fuori come due navate: quella del ‘600 a sinistra più piccola e coperta con travi, quella del ‘700 a destra più grande e lunga, a cui è addossato in fondo un campanile di 30 metri e l’abitazione del parroco. La facciata dà sulla piazza che spesso viene adibita a mercato; il portone d’ingresso è sormontato da un rosone ottagonale e da un timpano con la croce sulla sommità. Si innalza pure una cupola alta 25 metri. Si usufruisce del sotterraneo per le tombe dei sacerdoti e dei defunti.
Nel 1746 il vescovo diocesano mons. Troiano Caracciolo del Sole consacra il nuovo altare maggiore, realizzato in stile barocco con ricchi intarsi di marmo. La porticina del tabernacolo è abbellita da due putti che vi si affacciano. Ai lati due angioletti (grandi quasi un metro) fanno corona sostenendo i candelieri: ora si possono trovare esposti all’ingresso della “sala degli angeli” presso il centro giovanile. Questo altare svolgerà la sua funzione per oltre due secoli, quando verrà sostituito cinquant’anni fa da quello attuale del santuario. La volta è dipinta da Nerfotti con scene della Sacra Famiglia. Gli altari laterali sono quattro, dedicati alla Madonna del Carmine e della Cintura, ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria e a sant’Anna.
Aumentata la popolazione che supera i 6000 abitanti, nel 1775 viene staccata da S. Giuseppe la parrocchia di S. Gennarello e il parroco del tempo don Nicola Volino sobilla i fedeli opponendosi alla decisione, tanto che viene addirittura imprigionato. Nel 1784 il pittore nolano Angelo Mozzillo, che ha lasciato molte opere nelle chiese della zona, esegue la pala dell’altare principale dedicato a san Giuseppe. Vi si raffigura la gloria del Patrono in Paradiso, che presenta il fanciullo Gesù nell’atto di salutare e benedire, viene incoronato alla presenza del Padre Eterno e dello Spirito Santo in forma di colomba, ed è servito dagli angeli che porgono la corona di fiori e portano il bastone fiorito. Non c’è che dire: davvero un soggetto originale e solenne, che gioca sul chiaroscuro e sembra richiamare la maestà delle divinità pagane del mondo classico. E’ una tela pregevole, che oggi si può ammirare sulla parete di fondo dell’abside del santuario, proprio dietro il Trono di san Giuseppe.


Angelo Catapano

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