lunedì, marzo 27, 2006

OMELIA DEL PAPA NELLA SOLENNITA' DI SAN GIUSEPPE

Cari fratelli e sorelle, l'odierna Celebrazione Eucaristica, che unisce alla meditazione dei testi liturgici della terza domenica di Quaresima il ricordo di san Giuseppe, ci offre l'opportunità di considerare, alla luce del mistero pasquale, un altro aspetto importante dell'esistenza umana. Mi riferisco alla realtà del lavoro, posta oggi al centro di cambiamenti rapidi e complessi. La Bibbia in più pagine mostra come il lavoro appartenga alla condizione originaria dell'uomo. Quando il Creatore plasmò l'uomo a sua immagine e somiglianza, lo invitò a lavorare la terra (cfr Gn 2, 5-6). Fu a causa del peccato dei progenitori che il lavoro diventò fatica e pena (cfr Gn 3, 6-8), ma nel progetto divino esso mantiene inalterato il suo valore. Lo stesso Figlio di Dio, facendosi in tutto simile a noi, si dedicò per molti anni ad attività manuali, tanto da essere conosciuto come il "figlio del carpentiere" (cfr Mt 13, 55). La Chiesa ha sempre mostrato, specialmente nell'ultimo secolo, attenzione e sollecitudine per questo ambito della società, come testimoniano i numerosi interventi sociali del Magistero e l'azione di molteplici associazioni di ispirazione cristiana, alcune delle quali sono oggi qui convenute a rappresentare l'intero mondo dei lavoratori. Sono lieto di accogliervi, cari amici, e rivolgo a ciascuno di voi il mio cordiale saluto. Un pensiero particolare va a Mons. Arrigo Miglio, Vescovo di Ivrea e Presidente della Commissione Episcopale Italiana per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace, che si è fatto interprete dei comuni sentimenti e mi ha rivolto cortesi espressioni augurali per la mia festa onomastica. Gliene sono vivamente grato.
Il lavoro riveste primaria importanza per la realizzazione dell'uomo e per lo sviluppo della società, e per questo occorre che esso sia sempre organizzato e svolto nel pieno rispetto dell'umana dignità e al servizio del bene comune. Al tempo stesso, è indispensabile che l'uomo non si lasci asservire dal lavoro, che non lo idolatri, pretendendo di trovare in esso il senso ultimo e definitivo della vita. Al riguardo, giunge opportuno l'invito contenuto nella prima lettura: "Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio" (Es 20, 8-9). Il sabato è giorno santificato, cioè consacrato a Dio, in cui l'uomo comprende meglio il senso della sua esistenza ed anche dell'attività lavorativa. Si può, pertanto, affermare che l'insegnamento biblico sul lavoro trova il suo coronamento nel comandamento del riposo. Opportunamente nota al riguardo il Compendio della dottrina sociale della Chiesa: "All'uomo, legato alla necessità del lavoro, il riposo apre la prospettiva di una libertà più piena, quella del sabato eterno (cfr Eb 4, 9-10). Il riposo consente agli uomini di ricordare e di rivivere le opere di Dio, dalla Creazione alla Redenzione, di riconoscersi essi stessi come opera Sua (cfr Ef 2, 10), di rendere grazie della propria vita e della propria sussistenza a lui, che ne è l'autore" (n. 258).
L'attività lavorativa deve servire al vero bene dell'umanità, permettendo "all'uomo come singolo o come membro della società di coltivare e di attuare la sua integrale vocazione" (Gaudium et spes, 35). Perché ciò avvenga non basta la pur necessaria qualificazione tecnica e professionale; non è sufficiente nemmeno la creazione di un ordine sociale giusto e attento al bene di tutti. Occorre vivere una spiritualità che aiuti i credenti a santificarsi attraverso il proprio lavoro, imitando san Giuseppe, che ogni giorno ha dovuto provvedere alle necessità della Santa Famiglia con le sue mani e che per questo la Chiesa addita quale patrono dei lavoratori. La sua testimonianza mostra che l'uomo è soggetto e protagonista del lavoro. Vorrei affidare a lui i giovani che a fatica riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro, i disoccupati e coloro che soffrono i disagi dovuti alla diffusa crisi occupazionale. Insieme con Maria, sua Sposa, vegli san Giuseppe su tutti i lavoratori ed ottenga per le famiglie e l'intera umanità serenità e pace. Guardando a questo grande Santo apprendano i cristiani a testimoniare in ogni ambito lavorativo l'amore di Cristo, sorgente di solidarietà vera e di stabile pace. Amen!

sabato, marzo 11, 2006




SANTUARIO DI
SAN GIUSEPPE
S. Giuseppe Vesuviano -

Napoli





Il santuario, innalzato ad oriente del Vesuvio a poca distanza da Napoli (20 km) e da Pompei (10 km), è tra i più belli dedicati allo Sposo di Maria: merita di essere visitato per la facciata monumentale e la cupola ardita, l'elegante interno e il sontuoso altare del Patrono.
L'opera dei Giuseppini del Murialdo, con la parrocchia e il centro giovanile, ti accoglie.
San Giuseppe ti aspetta.

10 marzo: inizia la NOVENA di san Giuseppe

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