mercoledì, dicembre 14, 2011

IL GUANELLA E SAN GIUSEPPE



“Vogliamo oggi lodare e ringraziare il Signore perché in san Luigi Guanella ci ha dato un profeta e un apostolo della carità”. Così ha detto papa Benedetto XVI il giorno della sua canonizzazione il 23 ottobre scorso in piazza san Pietro. Vissuto tra il 1842 e il 1915, ha fondato la congregazione dei Servi della Carità, distinguendosi per la fiducia assoluta nella Provvidenza e la predilezione verso gli anziani, gli handicappati e i ragazzi abbandonati. Don Guanella si annovera nella scia dei santi moderni della carità, di cui fa parte anche san Leonardo Murialdo. Noi qui lo vogliamo ricordare per la sua spiccata devozione a san Giuseppe. La venerazione che nutriva per il nostro santo derivava soprattutto dal fatto che san Giuseppe aveva avuto il privilegio non solo di vivere, ma anche di terminare la sua vita assistito da Gesù e da Maria, ed era dunque considerato Patrono dei moribondi. Si racconta che nei primi anni del ‘900, avendo preso a Roma una colonia agricola, andando in mezzo a quelle baracche meditava in cuor suo quello che avrebbe potuto fare per la povera gente che vi abitava. Pensò di farvi un centro d’accoglienza e di edificarvi una chiesa dedicata a san Giuseppe. Nessun Santo, meglio dello Sposo della Vergine Maria, che era Patrono dei lavoratori e costituiva l’esempio più elevato del padre delle famiglie cristiane, poteva essere invocato come protettore di quel popoloso quartiere. L’architetto era il noto Ing. Aristide Leonori. Fu così che venne costruita la Basilica di San Giuseppe al Trionfale, non lontano dal Vaticano, il cui progetto il Papa Pio X aveva sempre seguito con paterna partecipazione e con il suo soccorso finanziario. Fu terminata nel 1912. D’altra parte la chiesa dell’Immacolata al Tiburtino non era stata più intitolata al Santo, come era inizialmente previsto. L’anno seguente don Guanella fondò la “Pia Unione del Transito di san Giuseppe” per i morenti e nel 1914 la rivista “La santa Crociata in onore di san Giuseppe”, affermandosi poi come uno dei maggiori “centri giuseppini”. Si avverava il sogno di san Luigi Guanella che desiderava realizzare “un trono di grazie, da cui i moribondi di ciascun giorno, attraverso il mondo intero, ricevessero i divini soccorsi per il gran passo all’eternità”.



Angelo Catapano