giovedì, agosto 23, 2007

LECTIO DIVINA SU S. GIUSEPPE


Un altro volumetto dell'editrice ha come autore Giovanni Sgreva, che propone una serie di riflessioni in forma di novena. E’ interessante come viene sottolineato che dove si onora Maria non si può fare a meno di accogliere pure in modo singolare la figura di san Giuseppe: “Se poi aggiungiamo che là dove c’è un’opera di Maria, essa agisce sempre in unità con san Giuseppe, perché sono indissolubilmente uniti in tutto, allora anche nella preghiera si è legati in modo indissolubile, oltre che a Maria, anche allo sposo Giuseppe” (cf. p. 7). Giorno per giorno si può imparare dal nostro santo: la fede, l’umiltà, l’obbedienza, la pazienza, la purezza, il silenzio, l’abbandono, la difesa dal maligno, la provvidenza. Il testo riporta infine le preghiere del Sacro Manto in linguaggio aggiornato e la “Redemptoris custos” in appendice.


EDITRICE SHALOM, via san Giuseppe 57 – 60020 Camerata Picena (AN)

domenica, agosto 12, 2007

CHIESE DI SAN GIUSEPPE IN ITALIA


E' stato pubblicato un numero speciale de "La Voce di San Giuseppe", a cura del redattore p. Angelo Catapano, in cui si presentano 100 chiese di san Giuseppe in Italia. E’ diffusa la venerazione verso il Custode del Redentore nella nostra terra, dove gli sono stati dedicati nei secoli innumerevoli luoghi di culto. Pensiamo che le parrocchie a lui intitolate risultano essere oltre 500, senza contare tutte le altre chiese e cappelle sparse un po’ dovunque. La regione che eccelle risulta la Sicilia, in cui ci sono quasi 100 parrocchie che portano il suo nome; regione che mantiene viva una ricca tradizione di feste, devozione e folklore in onore dello Sposo di Maria. Ovviamente non si contano gli altari che in tutte le regioni sono dedicati a san Giuseppe. Essendo egli il Patrono della Chiesa intera, non dovrebbe mai mancare in nessuna chiesa la sua figura, senza staccarla dalla sua Famiglia, da Gesù e da Maria, come pure dalla comunità cristiana sulla quale veglia e protegge. Notevole sviluppo hanno avuto più di recente le parrocchie intitolate a san Giuseppe lavoratore (o artigiano) a partire dagli anni ’50 con l’istituzione della festa del primo maggio. Tra le 100 chiese qui segnalate se ne evidenziano in particolare 20. Si indicano templi di interesse storico ed artistico, risalenti al Cinquecento, tra cui quelli di Brescia, Venezia, Napoli, Palermo, Milano… Ci sono poi santuari e basiliche innalzati nel Novecento a Roma, Asti, Trento, Procida e in località minori. Va detto pure che Loreto, con la Santa Casa di Nazaret, è da considerare insieme luogo mariano e giuseppino. Un risalto particolare merita San Giuseppe Vesuviano per la sua peculiarità: attorno alla primitiva chiesetta del Seicento, e poi del Settecento e all’attuale santuario, è nato e cresciuto tutto un paese e oggi c’è una vivace cittadina che porta il suo nome in Italia e nel mondo proprio come “città di san Giuseppe”.

sabato, agosto 04, 2007

MERCOLEDI': UN GIORNO SPECIALE


Sembra una favola ma non lo è: il mercoledì è particolarmente dedicato a san Giuseppe, ed è in tale giorno che arriva l’aiuto giusto per procedere nella costruzione dell’Opera intitolata a san Giuseppe a Lucera (Foggia). Con i fatti, da vero e proprio giuseppino, padre Angelo Cuomo convince anche chi non ci crede. Potenza della fiducia nel santo del suo cuore! “Nella nostra chiesetta di S. Caterina ogni mercoledì si fa una funzioncina in onore di S. Giuseppe con il canto delle litanie, la recita delle sette suppliche e la benedizione. La preghiera fiduciosa rivolta al nostro santo si trasforma in una pioggia di grazie e di favori. Da quando abbiamo cominciato la costruzione della nuova opera giovanile difficoltà, contrasti, incomprensioni non ne sono mancate. Le difficoltà finanziarie soprattutto, sembrava dovessero fermare agli inizi la nuova opera. Invece S. Giuseppe da buon elemosiniere è arrivato sempre in tempo. E pensare che ogni mercoledì c’è qualche sorpresa e non ne passa uno senza un’offerta anche piccola. Potrei citarvi tanti fatti in cui la protezione di S. Giuseppe si fa sentire e quasi vedere”. E continua raccontando come di mercoledì una persona dopo la Messa gli ha dato 1500 lire; mentre va alla posta una signora gli offre 5020 lire da lei raccolte; in serata va a visitare una persona e anche lì riceve l’aiuto sperato. Perciò conclude: “S. Giuseppe anche oggi ha voluto farsi sentire… Non posso nascondere la mia commozione mentre la mia fiducia in S. Giuseppe cresce sempre più. L’Opera è sua, porta il suo nome e se la sta costruendo”! L’invito allora è quello di ringraziarlo e di collaborare con lui nella realizzazione dell’Opera. Il mercoledì diventa pure il giorno della carità e dell’aiuto ai poveri; i primi tempi c’era anche la tradizione di portare da mangiare ai barboni e ai diseredati. L’inaugurazione del primo plesso si trasforma in un’offerta al santo Titolare. Anche le date scandiscono l’amore per san Giuseppe: inaugurazioni e pose della prima pietra si rincorrono negli anni, ma sempre al 19 marzo: giorno della sua festa.
In un’altra occasione, riferendosi alla costruzione stavolta della sala teatro, padre Angelo scrive su “Voce”: “La festa di S. Giuseppe anche quest’anno ha portato il suo dono. Un dono atteso da tempo e perciò tanto più gradito. Il giorno 13 sera, terzo giorno della novena di San Giuseppe il sottosegretario di Stato onorevole Scalfaro mi annunciava ‘sono lieto di comunicarle concessione nulla osta apertura cinema parrocchiale in Lucera’. Il giorno 18, vigilia della festa di S. Giuseppe, un espresso del P. Provinciale diceva una buona notizia… Ringraziamo S. Giuseppe che vede e provvede. Come vedete S. Giuseppe guarda ancora con occhio benevolo la sua Opera e ci incoraggia a continuare non solo con fiducia, ma con la certezza, che ci viene dall’esperienza del passato, nella riuscita della nuova impresa”. Si domanda poi: a quando l’inizio dei lavori? e si auto-risponde: per il giorno del Patrocinio di san Giuseppe! Se c’è chi può pensare che si tratta di coincidenza, per padre Angelo è senz’altro Provvidenza… anche quando si tratta di treni. Racconta infatti un’altra storia “ad onore e gloria di S. Giuseppe”, capitata nel viaggio tra Lucera e Rossano in Calabria. Alla stazione di Taranto vede salire un lucerino, sua vecchia conoscenza, si parla dell’Opera in costruzione ed ecco che sborsa un’offerta di 1000 lire. Sottolinea: era mercoledì… “un bel grazie a S. Giuseppe che anche in viaggio mi presenta buone occasioni per aiutare l’Opera”. Qualcuno dice che padre Angelo sogna ad occhi aperti: si è messo in testa di fare l’inaugurazione il 19 marzo quando i lavori sono in alto mare… Egli stesso commenta: “Troppo ancora da fare, troppo lavoro ancora. Eppure, dicevo tra me, il 19 marzo non deve passare senza offrire a S. Giuseppe, nel giorno della sua festa, questa seconda parte dell’Opera”. Raduna le Patronesse, le mette a parte della preoccupazione per i ritardi, le invita a pregare… ed ecco che arriva il fattorino con il telegramma: il denaro è arrivato. Chiaramente era un mercoledì di san Giuseppe; le speranze si riaccendono e i lavori riprendono per essere completati giusto in tempo. Una storia dell’Opera di Lucera, tutta alla luce degli interventi di san Giuseppe, è ben dipinta nel suo cinquantesimo in un bell’articolo del giuseppino p. Giovanni Di Carlo.
In qualità di Padre Provinciale, si moltiplicano le circostanze in cui invita i confratelli Giuseppini, che da lui prendono nome, a rivolgersi “all’ottimo educatore” di Gesù. Da lui che difese il divin figlio da Erode, padre Angelo scrive in una circolare, conviene imparare a difendere Gesù nel cuore dei giovani a noi affidati. Rivolgendosi direttamente ai giovani e proponendo loro la purezza sul modello del casto Sposo di Maria, dice loro: “In un mondo sempre più infangato, risplendete voi, giovani, di purezza, di pulizia interiore. Sappiate lottare. Gesù è con voi. La Vergine è con voi. S. Giuseppe è con voi”. Invita a mettere la statua di san Giuseppe in tutte le opere giuseppine, a distinguere il mese a lui dedicato, perché “ci trovi tutti impegnati nel dare un attestato di vero affetto a Colui che è per noi modello ed esempio di vita religiosa, vissuta in intimità di mente e di cuore con Gesù e Maria e in piena dedizione di fedele servizio ad essi”. Occorre vedere nel nostro santo – scrive - il maestro, il modello, il conforto e allora la vita giuseppina sarà più facile, bella e proficua, dato che noi non solo siamo devoti ma siamo religiosi di san Giuseppe. “E’ chiaro che S. Giuseppe proteggerà tanto più efficacemente la nostra famiglia religiosa, le nostre opere, attività e apostolato, quanto più vedrà nella congregazione e nei suoi figli non solo la somiglianza di un nome, chiamandoci figli di S. Giuseppe e Giuseppini, ma soprattutto la somiglianza dello spirito, che consiste nell’imitazione delle sue virtù e dei suoi esempi, corrispondenti alla nostra missione di educatori e alla nostra professione religiosa”.